Esattamente 14 anni fa, il 30 maggio 2010, la diva canadese Céline Dion annunciava al mondo di essere incinta di due gemelli. La notizia, accolta con grande entusiasmo dai fan, arrivava dopo anni di tentativi e trattamenti di fecondazione in vitro.
All’epoca, Céline aveva 42 anni e già un figlio di 9 anni, René-Charles, avuto dal marito e manager René Angélil. La gravidanza, frutto del sesto tentativo di fecondazione in vitro, era alla 14esima settimana e il sesso dei gemelli ancora sconosciuto.
“Siamo entusiasti”, dichiarava René Angélil a People. “Céline spera solo in una gravidanza sana. Voleva un bambino e la notizia che ne stiamo avendo due è una doppia benedizione!”.
I gemelli, Eddy e Nelson, nacquero il 23 ottobre 2010.
La notizia della seconda gravidanza di Celine Dion, però, non fu accolta con lo stesso entusiasmo da tutta la stampa. Se la stampa internazionale celebrò la notizia con ampi servizi e copertine dedicate, in Italia la reazione fu più tiepida, con alcune testate che addirittura criticarono la scelta della cantante canadese.
Le critiche alla fecondazione assistita
Alcune giornaliste, come Giovanna Zucconi de La Stampa e Marinella Venegoni, espressero critiche feroci nei confronti della fecondazione assistita, definendola un “caso di yogurt scaduti da mangiare al momento giusto” e un “episodio di superdonnismo”. La Zucconi, in particolare, si soffermò sui possibili traumi psicologici per il primogenito René-Charles, nato da un embrione congelato otto anni prima.
Anche la giornalista cattolica Maria Pia Sartori dell’Avvenire si schierò contro la scelta di Céline Dion, in linea con la posizione del giornale, da sempre contrario alla fecondazione assistita.
Tra le poche voci discordanti, spicca quella di Manuela Arioli che, su Gente, si limitò a riportare i fatti senza giudizi. La stessa Céline Dion, di fronte alle critiche, ribadì il suo diritto di essere madre e il desiderio di dare alla luce altri figli, smentendo le illazioni giornalistiche.
Riflessioni sulle critiche
Le critiche rivolte a Céline Dion sollevano importanti questioni etiche e sociali. È giusto condannare una scelta così personale come quella di avere figli attraverso la fecondazione assistita? È opportuno speculare sui possibili traumi psicologici per i bambini nati da questo metodo? È giusto negare il diritto di essere genitori a chi, per motivi di salute, non può procreare naturalmente?
La vicenda ci invita a riflettere su questi temi con apertura mentale e senza pregiudizi, riconoscendo il valore della vita e il diritto di ogni individuo alla propria felicità.