Abbiamo tradotto per voi la lunghissima intervista che Celine ha rilasciato a Yahoo! Music. Eccovi la prima parte:

Chiunque abbia visto uno spettacolo di Celine Dion negli ultimi otto anni l’ha sentita esibirsi sulla hit mondiale del 2002 “I’m Alive”, come si vede in questa nuova esclusiva Maximum Performance. “E’ un brano che è stato in viaggio con me da uno show ad un altro da quando mi è stato proposto”, dice lei. “Ogni volta che lo eseguo, non invecchia”. Il tema incoraggiante risuona con la Dion e il suo pubblico, naturalmente: “I messaggi positivi, come quel sentimento con il quale è possibile spostare le montagne, sono semplicemente meravigliosi”. Ma c’è un’altra ragione leggermente meno ovvia per la quale “I’m Alive” è un elemento insostituibile del suo repertorio da concerto: “Non ho un sacco di altre canzoni uptempo per di più”, ammette.

Infatti, la Dion non ha ancora un sacco di altri brani che hanno effettivamente sbancato nelle classifiche dance – come un remix di questo brano ha fatto proprio lo scorso anno. Ma in qualche modo ciò non è stato d’ostacolo alla sua carriera. E se è uno stile uptempo quello che volete, la regina delle ballad di tutti i tempi nella musica pop non se lo risparmia, come persona e nelle due nuove uscite che catturano la sua sobria eleganza ed il suo savoir-faire canadese. La Dion ha un nuovo CD e DVD live, intitolato Taking Chances World Tour: The Concert, dal quale è tratta questa Maximum Performance di “I’m Alive”. Nel frattempo, c’è anche un secondo DVD a tematica tour in uscita lo stesso giorno, l’11 maggio. Questa uscita simultanea è Through The Eyes Of The World, un film documentario sul suo tour del 2009, allungata a tre ore da una versione più corta che è stata proiettata brevemente nelle sale all’inizio di quest’anno. Parlando di “massimo”, maggio è davvero il mese “massimo” per i fan della Dion.
In un’intervista con Yahoo! Music, la Dion ha spiegato l’impulso dietro Through The Eyes Of The World, che non era stato concepito per il cinema o per l’home video. “In origine l’avremmo dovuto fare solo per noi”, ha detto. “Non eravamo lì per recitare o per creare la magia del cinema. Non era questo il punto. Era solo avere un ricordo che sarebbe vissuto per sempre. Chissà se sarò mai di nuovo tour?” Il suo intero tour del 2009 è stato concepito ed organizzato intorno all’idea che lei avrebbe mostrato alla sua famiglia le bellezze del Mondo nelle pause tra gli spettacoli. “Mio figlio non avrà mai più 7 o 8 anni. Mia mamma ha 83 anni ormai. Non sappiamo il tempo cosa ha in serbo per noi. Il tempo è prezioso. Non vogliamo continuare a posticipare e rinviare tutto”. La Dion ha invitato una troupe cinematografica per catturare non solo le performance ma anche i momenti personali lungo il percorso del tour, dall’incontro con Nelson Mandela alla visita ai campi di concentramento in Germania, ed alla perdita di un dente del figlio e la visita di una fata dei denti cinese.
Quando hanno rivisto il filmato, una volta finito il tour, questo è passato da film privato a film da cinema, fino a “dare ai fans un pass VIP. Mi sembra come se loro avessero potuto viaggiare con me in aereo. Perché sono sicura che alcuni di quelli che sono realmente grandi fan, che attendono in aeroporto e dormono fuori all’hotel, devono chiedersi: com’è vederla senza trucco? Oppure, cosa succede quando è costretta ad annullare uno show? Sta impazzendo? Come è viaggiare con lei? Come è andare a fare shopping con loro? Ed era una grande opportunità per me come un artista mostrarglielo, e condividerlo con loro. E lo ho anche nella mia personale biblioteca di casa per guardarlo tutte le volte che voglio”.
Non s’è fatta nessuno scrupolo ad essere seguita da una troupe cinematografica, od a condividerne i risultati. “Sono abbastanza sicura che il fatto che ho parlato della mia vita privata tutto il tempo m’è stato d’aiuto a far arrivare le mie canzoni. E penso che la ragione per cui la gente è veramente interessata alle mie canzoni è che mi conoscono bene e sanno che affronto cose che affrontano anche loro. E’ come se avessi un legame con loro al di là di canzoni, e questo fa sì che io faccia al meglio il mio lavoro, sapendo che sanno della mia vita. E’ una scelta. Voglio dire, si può essere un artista che mantiene tutto molto privato, il che va bene. Ma ho sempre avuto la tendenza naturale a raccontare tutto ciò che riguarda la mia vita privata. Quando vado sul palco, mi sento come se li conoscessi, e loro conoscono me. Dimenticate le canzoni per un attimo. Io inizio lo spettacolo, io dico ciao, ed è come se fossero stati con me ed io con loro. Ecco perché ho deciso di continuare e condividere ancora di più. E non è scomodo per me. Perché non ho segreti, come mamma, come figlia, come moglie. Noi siamo gente normale in una vita straordinaria”.
Sorprendentemente, forse, la Dion ammette di essersi avvicinata alla musica più come un dovere che una gioia. “Avendo iniziato così giovane, a 12 anni”, dice a Yahoo!, “ero concentrata sul mio lavoro, e le mie corde vocali sono state in grado di spianarmi la strada, e io ero lì per servire la musica nel miglior modo possibile”. Poi l’evoluzione personale lo fa sentire meno come un lavoro e più come una scelta. “Sono diventata mamma, e poi la mia vita è cambiata totalmente. Ho preso le redini della mia vita, e diventare mamma è stata la più grande responsabilità e la migliore ricompensa questo è il “lavoro” più importante che io abbia mai avuto nella mia vita. Improvvisamente il canto comincia ad essere molto, molto diverso per me. è diventato divertente, piacevole, e solo un modo per espresprimersi, non un lavoro. Non è una cosa che devo fare, ma che volevo fare”.
Continuate a seguirci per la seconda parte dell’intervista, con particolari interessanti sui nuovi album, francese ed inglese.
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