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Nel passato, gli artisti quebecchesi riusciti ad imporsi oltre confine sono stati messi nella scomoda situazione di dover provare che il loro successo altrove non alterava la loro appartenenza al paese. I quebecchesi, per una forma di insicurezza leggendaria, hanno sempre paura di essere abbandonati dai loro rari idoli che raggiungono la notorietà sotto altri cieli.
René Angélil, cosciente di questa realtà, non ha mai spezzato i suoi legami con il Québec. La sua impresa ha la sede sociale a Laval, nel sobborgo di Montréal, e la coppia vi possiede delle residenze. René Angélil ha ricevuto ogni mattina, alla porta della sua suite in hotel, una versione stampata del grande quotidiano popolare “Le Journal de Montréal”. Thomas, quebecchese ovviamente, il pilota dell’aereo, un jet dell’impresa Bombardier, era responsabile della stampa su carta del quotidiano che lasciava personalmente alla suite della coppia. In questo modo, il padrone poteva ritrovare la sua routine che ha saputo riprodurre anche a Las Vegas dove, grazie alla tecnologia, rimane uno spettatore assiduo della televisione quebecchese che riceve in diretta.
Questo desiderio di prossimità Céline lo vive alla sua maniera circondandosi prima di tutto dei membri della sua famiglia. Due sorelle, un fratello e un cognato vivono stabilmente al suo fianco. Michel Dion, direttore di scena della tournée, è colui che durante lo spettacolo sussurra talvolta i testi alla sua giovane sorella sulla scena. Questo legame del fratello che sussurra nell’orecchio della sua “principessa”, come egli la chiama, è l’immagine della relazione affettiva tra Céline ed alcuni membri della sua famiglia. Poiché Céline Dion, la donna forte, carbura prima di tutto con l’affetto. A vedere la complicità che regna tra loro, ci si domanda se, senza il suo mondo, quello che la lega alla sua infanzia, lei saprebbe sottrarsi a tutte le trappole collegate allo status di celebrità. Vi ritrova la sua sicurezza per un effetto specchio, poiché l’immagine che le ritorna da questi intimi non è alterata dalle scorie della vanagloria.
Céline manifesta una riconoscenza senza limiti ai quebecchesi che l’hanno proiettata al primo vertice della sua gloria. Ammetterebbe lei che quest’amore possessivo per “la loro” Céline la blocca talvolta in un personaggio lontano dalla donna matura, sicura di sé, cosciente della sua singolarità e dell’impatto delle sue azioni? In territorio quebecchese Céline Dion si è per lungo tempo sentita obbligata a regredire in qualche modo. Ma abbiamo assistito ad un capovolgimento della situazione durante la sua tournée del 2008.

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