Tra le canzoni che troverete nel film “Aline“, nei cinema italiani dal 20 gennaio, c’è anche “J’irai où tu iras“, tratta dal più importante album in lingua francese di Céline Dion (almeno in quanto a vendite e successo mediatico): “D’eux“. Come il titolo dell’album suggerisce -gioco di parole tra le espressioni francesi “due” e “di loro due”-, si tratta di un lavoro discografico che Jean-Jacques Goldman, probabilmente il più importante cantautore francofono vivente, compose su misura per Céline nel 1994, dopo averne studiato maniacalmente la biografia (recentissima era all’epoca la rivelazione al pubblico dell’amore per René) e l’esperienza artistica pregressa, sia in francese sia in inglese.

Determinato a limare alcune imperfezioni di pronuncia (ebbene sì, Goldman è pur sempre un francese 😉 )  e uno zelo a suo dire quasi esuberante di potenza vocale, Goldman compose un album prevalentemente caratterizzato da testi di raro valore poetico e da pennellate di malinconia, delicatezza ed elegante sobrietà.

Non mancano però alcune canzoni più veloci e dinamiche, quelle di cui Céline ha bisogno per far ballare il suo pubblico tra una ballad e l’altra, come appunto J’irai où tu iras, che significa “andrò dove andrai tu”. È il duetto felice di Céline Dion e del suo pigmalione, l’unica canzone dell’album in cui lo schivo cantautore si sia sentito a suo agio non solo come scrittore e produttore ma anche come cantante. La parte cantata da Céline è piena di riferimenti alla sua terra d’origine, il Québec, alla sua doppia natura di terra d’America culturalmente ancorata al vecchio continente; le parole cantate da Goldman sono invece in sostanza una dichiarazione di fiducia incondizionata ovunque il viaggio li porterà: “cosa importa il luogo, il mio paese sarai tu”. Il tutto graffiato dai fendenti della chitarra elettrica di lui.

Considerato che la prima apparizione in pubblico insieme dei due artisti era stata al celebre festival Les Enfoirés sulle note di Là-bas, struggente duetto sull’amore negato tra un uomo e una donna di diversa estrazione sociale, duetto reso ancor più triste dal femminicidio della cantante per cui Goldman l’aveva scritto, Sirima, J’irai où tu iras restituì la leggerezza e la voglia di ballare di cui il pubblico francese aveva in quel momento bisogno.

Immancabile in tutti i concerti francofoni della diva, non è raro che Céline dia tutta se stessa mentre la interpreta davanti al pubblico galvanizzato del Québec, del Belgio, della Francia e della Svizzera. Durante lo storico concerto Céline sur les plaines del 22 agosto 2008, organizzato per celebrare i quattrocento anni dalla fondazione della città di Québec, addirittura Céline improvvisò un cambio di testo e così la frase “on entend les cris de New York et les bateaux sur la Seine” [dalle mie parti si sentono sia il frastuono di New York sia i battelli che solcano la Senna] divenne “on entend les cris de Québec”, causando ovviamente l’ovazione di un pubblico di 250.000 spettatori.

Nel fim Aline tuttavia, vedrete questa canzone da un diverso punto di vista: il bisogno di un René-Charles ancora bambino, chiuso nel suo mondo e certo spaventato dalla confusione di una tournée mondiale, che la sua mamma si ricordi di lui e gli garantisca nel suo cuore un posto più importante di quello concesso ai suoi fan.

Buona visione e buon ascolto!

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