Lo Sapevate?

La traduzione che vi proponiamo oggi è il capitolo dedicato al viaggio che nel 1982 portò Céline e René in Giappone per il World Popular Song Festival di Tokio.

Il testo è tratto dalla prima biografia autorizzata di Céline Dion, pubblicata per Québecor nel 1983 il cui titolo è Céline Dion. La naissance d’une étoile (la nascita di una stella) di Marc Chatelle.  Marc Chatelle ci offre dunque un resoconto diaristico, difatti nel testo talvolta il narratore è omodiegetico talvolta weterodiegetico. Nel caso del brano che vi stiamo proponendo è Céline stessa che ci parla del suo viaggio verso il Giappone, abbiamo dunque il diario di una quattordicenne.Vi auguriamo buona lettura!

Eravamo in viaggio da più di 20 ore e mi sembrava un viaggio infinito. Mia madre alla fine si era addormentata ma io non si riuscivo. una hostess si è avvicinata a me e mi ha detto che stavamo per arrivare. Ho chiamato mia madre per vedere la discesa su Tokio. Arrivando all’aereoporto abbiamo visto una giovane donna con un cartello con su scritto il mio nome: René e Ben Kaye avevano contattato una interprete che si chiamava Tom0ko Hatori, parlava benissimo il francese.Fuori ad aspettarci c’era un veicolo mandato dagli organizzatori del Festival, questo ci avrebbe condotti all’hotel Imperial Palace. Arrivati all’hotel ci hanno condotti alle nostre stanze, erano piccole stanze senza letti.

L’indomani, nel posto in cui si sarebbe svolto il festival, gli organizzatori ci hanno spiegato come si sarebbe svolta la competizione; ci hanno detto che ci sarebbero state due semi-finali, l’una venerdì, l’altra il sabato. La finale era di domenica. Io ero stata scelta per partecipare alla prima semifinale, quella di venerdì. Ovviamente non avrei avuto il tempo di visitare bene la città.

Le prove si sarebbero svolte presso uno studio che apparteneva alla compagnia Yamaha, la compagnia che organizzava il festival. Avevo almeno 54 musicisti che mi avrebbero accompagnato. Il direttore d’orchestra mi ha detto che era a mia completa disposizione. Quel giorno ciascun artista aveva una sola ora per provare anche se il giorno successivo avremmo avuto altre prove al Budokan Hall, luogo molto importante per la vita sportiva giapponese. Era una specie di Forum, poi ho scoperto essere una specie di santuario della lotta di sumo giapponese che ospita almeno 12.000 persone. Quando siamo arrivati al famoso Budokan Hall, c’erano tutti i semifinalisti con i loro agenti, manager, addetti stampa. Due australiani che mi avevano sentita già cantare, conoscevano René e si sono diretti verso di lui. Questi due uomini erano i garanti della carriera di olivia Newton-John e volevano assolutamente che René firmasseun contratto con loro.

E poi… e poi finalmente è arrivato il venerdì. Mi avevano dato il numero 5. E 5 in giapponese si pronuncia GO. Dopo la mia esibizione ho avuto una longa ovazione ma ancora nessun risultato. Bisognava aspettare che tutti i candidati della seconda semi-finale finissero di cantare per sapere quali sarebbero stati i 10 candidati che si sarebbero ritrovati in finale la domenica.

Tutti i risultati erano dati in giapponese e René e Ben Kaye hanno imparato a contare sino a 10, ovviamente in giapponese. Beh non volevo assolutamente perdermi la finale semi-finale di sabato. C’erano tra i concorrenti grandi artisti come B.J. Thomas che aveva venduto più di 10 milioni di dischi negli Stati Uniti con la sua canzone Rain Drops e c’era anche John Rowles il più grande rivale di Tom Jones. Come diveva René non era affatto un concorso amatoriale e il solo fatto di essere stata scelta dalla Yamaha era un onore.

Alla fine della competizione eravamo nervosissimi. Stavano per dare i nomi dei 10 finalisti. Un signore è arrivato sul palco e ha chiamato il numero… Uno poi, con lentezza estrema, il numero.. Quattro. Dopo una lunga pausa ho sentito solo la parola GO, aveva appena nominato il numero Cinque!! Ero passata in finale. Se dico che ho pianto potreste pensare che piango per nulla ma ero talmente felice. La cosa strana era questa: la mia canzone era in francese perchè rappresentavo la Francia mentre la maggior parte delle canzoni era in inglese.

C’era comunque un ambiente straordinario, tutti si parlavano, si incoraggiavano e le interpreti spesso non riuscivano a seguire i nostri discorsi. Ci hanno assegnato nuovi numeri, il mio era di nuovo il 5. Ho pensato ad un segno del destino. Dopo le nuove esibizioni i giudici si sono riuniti a deliberare, credo siano stati almeno due ore per deliberare. L’attesa era snervante. Certo che i giapponesi sono maestri della suspense!

Nel momento in cui davano i premi, mi dicevo : o mi eliminano o no. Nel momento in cui restarono solo due trofei ed eravamo rimasti in due a non essere stati nominati mi sono detta: c’è qualcosa che non va. Ad un certo punto è venuto il momento di nominare il vincitore del Gran Premio della canzone ed è stato nominato un artista messicano di nome Yoshio. Non ho capito subito cosa stesse succedendo ho solo visto il presentatore che si è girato verso di me e mi ha nominata come vincitrice ex-equo. Ancora una volta le mie lacrime hanno preso il sopravvento, ero troppo felice, ho pianto di gioia!Alla fine della serata i responsabili del Festival hanno annunciato che avrebbero dato un premio speciale , il premio del direttore d’orchestrsa all’artista che i musicisti avevano apprezzato di più. E la sorpresa è stata grande quando ho scoperto d’essere io quell’artista.Uno dei responsabili della Yamaha ci ha chiesto di prolungare il nostro soggiorno in Giappone, René ha accettato. I giapponesi sono talmente gentili che non gli si può dire di no.L’esperienza a Tokio è stata una delle più belle della mia vita.

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *