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La storia di Céline Dion, tante volte raccontata, è di quelle che ritroviamo nelle favole. La sua famiglia di quattordici figli tipica del Québec tradizionale, che ha battuto dei record di natalità in Occidente nell’ultimo secolo, incarna dei valori oggi fuori moda, quali il rispetto per l’autorità dei genitori, la solidarietà e l’aiuto fraterni. Dai Dion, come in tanti focolari del passato, la madre onnipotente domina e impone la sua legge. Céline è la degna figlia di sua madre; lei ha superato i sogni che quest’ultima aveva immaginato per lei. Ma questa famiglia numerosa è anche atipica. Alcun figlio ha fatto degli studi prolungati, contrariamente a ciò che succedeva nelle famiglie numerose e povere di un tempo, quando uno o due figli, di solito maschi, erano spinti al seminario o a seguire gli studi classici grazie all’aiuto del clero o di un notabile generoso. Questi figli istruiti erano l’orgoglio dei loro genitori poco scolarizzati. Dai Dion la passione per la musica, eredità dei genitori, ha sostituito la necessità degli studi. L’importante era saper suonare uno strumento e cantare, così tanto che la famiglia aveva l’andamento di una corale e di un’orchestra. Il vecchio motto della cattolicità quebecchese:”Una famiglia che prega è una famiglia unita” era diventato nella casa di Charlemagne: “Una famiglia che canta e suona della musica è una famiglia unita”. Madame Dion aveva sufficientemente fatto il suo dovere mettendo al mondo tutti i figli che il buon Dio le aveva inviato per prendersi il diritto di divertirsi e dimenticare la preghiera. Céline ha ereditato un talento vocale davanti al quale si inchinano anche i suoi più feroci detrattori e ha permesso a sua madre, incarnazione vivente della madre tradizionale quebecchese, di spezzare le catene che avevano tenuto a freno questa donna dotata, ambiziosa e determinatata. Quando Céline aveva tre anni, Thérèse ha capito che la bambina, che non aveva voluto e aveva messo al mondo per dovere, poiché mai aveva avuto la tentazione di sopprimere la vita che portava in lei, che la sua ultima figlia non assomigliava a nessun altro. Spiegava questo che gli insuccessi scolastici della bambina, che detestava la scuola, l’avevano così poco addolorata, anche se lei stessa sognava d’essere istruita, e che non aveva tentato di farle vivere una vita da bambina normale costituita da frequenza scolastica, orari e regole? Céline restava alzata fino a notte tarda a cantare coi suoi fratelli e sorelle, così tanto che in classe la scolara non riusciva a seguire le lezioni. I bambini ridevano di lei, soprattutto quando, superando la sua timidezza, diceva loro che un giorno sarebbe diventata una celebre cantante.

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