Benvenuti al quarto appuntamento con la traduzione del libro di Denise Bombardier, ‘L’Enigmatique Celine Dion‘, che, vi ricordiamo, potete acquistare da Amazon.it ad un prezzo stracciato.

Dubai, Emirati Arabi Uniti, 4 marzo 2008

 

Delle donne, coperte dalla testa ai piedi da uno chador, si avvicinano a Céline, vestita con un abito attillato abbinato a delle scarpe dai tacchi esageratamente alti come lei ama. Siamo in uno dei lussuosissimi centri commerciali che abbondano su questi chilometri di sabbia dove i ricchi Occidentali hanno la sensazione di essere svantaggiati. L’eccitazione di queste donne scoprendo il loro idolo porta via loro ogni riserva: “Céline ti amiamo”, dice una. “Sei come noi”, aggiunge la più anziana che sfila dal suo ampio vestito nero una macchina fotografica. Le donne si ammassano attorno a lei e le guardie del corpo, angeli guardiani della cantante, si improvvisano fotografi.

“Tu sei come noi”. Questa frase l’ho sentita in tutte le latitudini. Da Soweto in Africa del Sud a Melbourne in Australia. Da Seul in Corea a Helsinki in Finlandia. Da Pechino in Cina a Praga nella Repubblica Ceca. L’identificazione di milioni di persone con la cantante quebecchese sembra abolire le frontiere e le differenze culturali. Céline Dion riesce in questo exploit incomparabile a dare la sensazione al pubblico, e non unicamente ai suoi fan, che lei è come tutti. Che lei condivide le stesse preoccupazioni, le stesse gioie, le stesse pene, che lei vive nella loro stessa maniera.

Il paradosso è che lei non mente.

In un certo modo, lei crede sinceramente che è come gli altri. L’ho sentita dire ad un giornalista, a Londra: “Sapete, quando prendo un taxi e mi addentro in una città…”. Ora, da parecchi anni, la cantante non si sposta se non in limousine con guardie del corpo e, spesso, scortata dalla Polizia. Come la star planetaria, la megastar, riesce a non essere snaturata da questa notorietà che la rende un essere a parte? Come arriva lei a conservare la mente fredda, ad interessarsi degli altri, a preoccuparsi delle loro sorti e a resistere alla trappola dell’adulazione cortigiana come ho potuto constatare nel corso dei mesi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *