La scorsa settimana abbiamo inaugurato questo nuovo appuntamento, e puntuali torniamo con la traduzione de ‘L’Enigmatique Celine Dion‘. Vediamo un po’, dove eravamo arrivati? Ah, ecco…

Avevo seguito da oltre 25 anni il percorso della bambina divenuta una donna sotto i nostri occhi, della cantante locale spinta sulla cima conquistando gli Stati Uniti, dunque il mondo. Per me, questa traiettoria non poteva essere soltanto frutto di un azzardo, della fortuna e del denaro, tutte queste spiegazioni semplici, riduttive, che sono un’offesa al talento, al lavoro, alla ricerca della perfezione che la caratterizzano. Osservandola seduta a terra, la testa appoggiata contro le ginocchia di suo marito, ho compreso che Céline Dion esiste dietro la “Céline” di cui si sono appropriati i suoi fan come i suoi detrattori. Ero di fronte ad una donna molto intelligente, dalla personalità carismatica, curiosa dell’altra, ma cosciente anche del suo status di star. Una donna che si esprimeva con naturalezza pur rimanendo un po’ all’erta.

A dire il vero non ero sorpresa. Avevo misurato la sua notorietà il giorno in cui, sbarcata a Nuova Dehli nel 1990, sentii cantare Céline entrando nella hall del mio albergo. Attraverso i paesi, scoprendo che ero sua compatriota, tantissima gente mi parlava di Céline Dion, della sua meravigliosa voce, della sua gentilezza, della sua semplicità. Fui, da parte mia, più attenta alla sua carriera di cui il folgore non cessa di impressionarmi. Per la prima volta nella sua storia, il Québec produceva un’artista planetaria. Conoscendo la mia società, misuravo gli sforzi titanici che questa bambina di Charlemagne, Québec, aveva svolto sotto la guida di René Angélil, il figlio di emigranti siriani che rideva degli ostacoli e delle fronterie per conquistare la Terra.

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