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Cap. 4 – Johannesburg, Africa del Sud, 15 febbraio 2008

 

A qualche ora dall’inizio della tournée mondiale, una troupe febbrile composta da musicisti, coristi, tecnici, membri della famiglia Dion-Angélil fa conoscenza. Tutti si abbracciano senza necessariamente conoscersi. Normale poiché, salvo eccezioni, tutti sono quebecchesi. Dall’inizio dell’avventura che porta oggi la cantante in Africa del Sud, René Angélil è sempre stato attento a circondare la sua artista di compatrioti, di talento, va da sé, ma che le permettessero anche di ritrovarsi su un terreno conosciuto. La beniamina della famiglia di 14 figli riproduce anche col suo entourage professionale il contesto familiare nel quale è sempre vissuta.

Per rompere il ghiaccio, l’organizzazione ha scelto un concerto in favore della Fondazione Mandela. La maggioranza del pubblico è composta dall’élite bianca alla quale si sono uniti dei membri della borghesia nera. Per la neofita che sono, appuntamento con l’entusiasmo, anche se il pubblico sta un po’ sulle sue. Ma la macchina non è tecnicamente rodata, parecchi elementi di decoro sono assenti e René Angélil uscirà dal Coca Cola Dome imbronciato e contrariato. La ragione è semplice. Dei giornalisti quebecchesi erano presenti per questo primo spettacolo. Strategia rischiosa averli invitati per il debutto della tournée, poiché le critiche del giorno dopo sulla stampa del Québec metteranno l’accento sugli errori tecnici. René Angélil e il suo entourage tenteranno di correggersi rendendosi disponibili per i giornalisti, così bene che il giorno seguente, dopo il concerto di Pretoria davanti ad una folla calorosa e ammirata di 20 mila persone, la cantante creerà l’avvenimento che i media ripercuoteranno nella Belle Province.

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