In questa terza parte dell’intervista “25 ans en 25 minutes” Céline racconta cosa successe prima della sua apparizione in televisione al programma di Michel Jasmin. Si tratta di due aneddoti molto buffi! Buona lettura.

19 giugno 1981

–     Torniamo alla tua prima visita sul palco di Michel Jasmin, il 19 giugno 1981. Con quanto anticipo hai saputo che vi avresti partecipato?

–        Non mi ricordo esattamente quando l’ho saputo, ma non è stato con molto anticipo.

–        Ne parlavamo un attimo fa: la famiglia Dion non era molto ricca…

–     Tutto quello che riguardava i veri valori della vita, i valori importanti come la tenerezza, l’onestà e l’amore, queste cose erano molto presenti in famiglia. Ma tutto ciò che era lusso o benessere materiale, credo non sapessimo nemmeno cosa fosse. Ci sono due aneddoti che non dimenticherò mai. Per esempio in occasione della mia prima televisiva, René (che era agitatissimo) mi aveva detto, nel caso in cui tu mi avessi fatto una breve intervista – cosa non prevista nella scaletta del programma – se tu mi avessi chiesto la mia età e la mia origine, di dire esattamente la mia età e che venivo da Repentigny. Te lo ricorderai anche tu, alla fine della canzone mi hai fatto cenno di venire a sedermi alla tua sinistra. Tremavo con tutta me stessa. E ovviamente mi hai chiesto da dove venivo. Nel nervosismo, ho risposto come mi aveva detto René. Ma il fatto è che lui stesso era così stressato che aveva confuso Charlemagne con Repentigny quando mi aveva spiegato come risponderti. Io ripetei quello che lui mi disse, talmente bene che la gente di Charlemagne voleva uccidermi quando tornai a casa! Michel, mi sono appena ricordata di un’altra coincidenza…

–        Quella delle scarpe?

–        No, di quello parliamo dopo. Tu che hai una buona memoria, devi ricordarti com’ero vestita al tuo programma. Avevo un abitino rosa che mia madre mi aveva confezionato per l’occasione. Venticinque anni dopo, siamo seduti vicino per un’altra intervista e di nuovo ho un vestito rosa addosso con un piccolo sole, come quello che portavo durante la mia prima apparizione televisiva con te. Coincidenza!

–        Adesso parliamo delle scarpe?

–        Vuoi davvero che racconti la storia di quelle scarpe?

–        Sì, perché trovo che questa storia sia insieme emozionante e divertente.

–        Bisogna dire che le scarpe che calzavo quella sera non erano molto glamour. Non eravamo ricchi, l’ipotesi di comprarmi un paio di scarpe nuove non era stata nemmeno considerata. A casa, avevo un paio di sandali rossi di cuoio con dei tacchetti di legno. Quando li portavo, facevano un rumore tipo “clic, clac, clic, clac”, e la giovane adolescente si sentiva una donna sentendo quel rumore.

–        Ma il colore rosso non era un pugno in un occhio con un vestito rosa?

–        E infatti è per questo che mia madre le tinse di rosa. Non sapevamo che la pittura non aderisce al cuoio verniciato. Quindi avevo fretta, tanta fretta che la canzone finisse, perché sentivo la pittura frantumarsi a ogni passo che facevo. Posso dirti che non vedevo l’ora che la trasmissione finisse?

–        Perché?

–     Perché non era previsto che tu mi chiamassi per fare un accenno di intervista. Dunque, quando mi incamminai dal palco dove avevo cantato al tuo salotto, le mie scarpe hanno scricchiolato così tanto che mi è sembrato di andare a piedi da Montréal a Charlemagne [30 km, NdT] lasciando delle tracce come Hansel e Gretel. Un signor inizio per la prima volta televisiva della mia carriera!

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